ANCHE NOI DONNE, NON SIAMO DA MENO!
Questo periodo di quarantena è davvero incredibile, anche per quello che ci sta facendo capire, in questo caso proprio riferito a noi motociclisti. Ad esempio tra le tante cose, di non dare mai per scontato di poter salire in sella a inizio aprile! 😊
Sono Monica, ho 26 anni ed è dai miei 14 anni che ho scoperto la "potenza" delle due ruote. Sono partita con uno scooter malaguti F10, mi sentivo “fighissima” a “sfrecciare” per le strade di Pergine Valsugana, ai 50 km/h di velocità massima. Era senso di autonomia, di libertà e di conoscenza con me stessa, aspetti a cui sono molto affezionata. Ho fatto le mie uscite, le mie cadute e i miei viaggi lenti.
A 16 anni e mezzo il mio F10 aveva iniziato a diventarmi un po’ stretto, dentro di me si prospettata l’idea di una seconda fase motociclistica: l’acquisto di una moto 125 cc. Per fortuna, con un papà e un fratello (una mamma molto meno), amanti delle moto, non si è rivelato particolarmente difficile comprare un modello adeguato per me e farmi insegnare ad usare una moto a marce. Lì inizia il periodo complicato, continuavo a sbagliare qualcosa. Tutte le volte che mollavo la frizione, la moto invece che partire, si spegneva all’istante. “Ma come? Come è possibile? Perché succede? Non capisco” ... Ora sorrido a pensarci e mi sembra tutto così chiaro e semplice. Ma lì la sfida era grande.
Ho insistito, ho osservato gli altri, ho provato e riprovato e dopo un intenso lavoro di tenacia, di determinazione e di voglia di farcela, ho capito: mollavo la frizione troppo presto. Già, banale. Ovvio. Ma per me è stata un’impresa, finalmente l’avevo capito e da lì non ho più sbagliato.
A metà novembre, appena compiuti i 18 anni, mi sono vestita "formato cipolla", con tanti strati di vestiti addosso e mi sono presentata a Trento a fare l’esame. Agitazione a mille! Tante svolte, incroci, rotatorie ma tutto bene, esame ben riuscito e patente A2 conquistata. Che soddisfazione!
Due mesi dopo ho fatto la patente della macchina, ma l’emozione provata con i due diversi mezzi, non è per me un paragone lecito. Tre anni dopo, per le regole del tempo, la mia patente A2 si è trasformata automaticamente in patente A3, e ora? Beh, ci vuole una moto più potente. Dopo confronti con miei amici motociclisti, ho scelto di prendere un Ducati Monster 600 del 1998, giallo e nero, ormai fermo da tempo, ma era arrivata l'ora di rimetterlo a nuovo. Uno spettacolo! Faceva un rumore che dava energia, carica e adrenalina.
Abbiamo fatto bei viaggi e siamo rimasti insieme 5 anni. Ho portato amici, amiche, fratello, papà e ragazzo… tutti molto incoscienti a salire con me. 😊 Con il Monster si è creato un buon rapporto, come chi ama le moto lo sa bene. Era straordinario andare soprattutto nelle strade di montagna, con il suo ritmo scoppiettante e grintoso.
Nel 2018 ha iniziato a diventarmi un po’ scomodo nel fare viaggi lunghi, perché nel frattempo ero riuscita a convincere il mio ragazzo a fare la patente A3, a comprarsi una moto (che traguardo!) e a fare viaggi insieme. Così l’ho messa in vendita e ho fatto un incontro insolito: l'ho scambiata con un ragazzo, io gli ho venduto il Ducati Monster e lui mi ha venduto la sua Kawasaki 650. Un’occasione per entrambi! Mi trovo molto bene, è più tranquilla e meno grintosa del Monster, ma decisamente più comoda e lineare.
Quest’anno, come ogni anno volevo attivare l’assicurazione e andare all’imperdibile “Benedizione delle moto” in Piazza Fiera a Trento. Ma… qualcosa ci ha fermato. Un cambiamento più grande di tutti noi.
La mia moto è ancora in garage, mi guarda e mi fa gli “occhi dolci” per uscire, ma io ci parlo (sì parlare alla propria moto è un effetto collaterale dell’amore per le moto), le dico di essere paziente e di approfittarne per riposarsi ancora un po’, per tornare ancora più grintosa. 😊
Quanto mi manca godermi il panorama dal mio posto in prima fila, dalla mia posizione privilegiata di contatto con il caldo, il freddo, il vento, la pioggia, il sole.
Oltre alla moto mi piace molto andare a cavallo, hanno forse qualcosa in comune? Per me sì.